I tanti colori di Manarola: un Borgo per l'estate
Una tavolozza di colori vivaci in bilico sulle acque limpidissime della riserva marina delle Cinque Terre. Così appare questo borgo che affascina romantici inguaribili, passeggiatori incalliti, fotografi appassionati a caccia di emozioni da immortalare.
Case torre in stile genovese, arroccate su uno sperone a dominare il mare; un grazioso porticciolo di pesca con le barche a tinte vivaci, "parcheggiate" fin lungo la strada; una piccola spiaggia. Tutto qui? Certo che no! Manarola, forse il borgo più tranquillo delle Cinque Terre, è un villaggio in salita, le case strette attorno alla lunga, ripida via centrale e alla baia di ciottoli; il profumo di olio buono e basilico fresco sfugge dalle cucine aperte sugli stretti carrugi e si mischia a quello forte del pescato e subito viene fame. Sarà anche il moto, cui sono costretti pure i più pigri... Già, a Manarola ci si muove molto, a piedi, l'auto dimenticata nel parcheggio a monte del paese e una gran voglia nelle gambe di scarpinare lungo i sentieri che si allungano tra i filari d'uva e gli ulivi. Le vigne, qui, sono ripidissime e per lavorarle si utilizzano curiosi vagoncini su cremagliera; percorrere i sentieri gratifica lo sguardo forse più che la voglia di movimento: da ogni prospettiva la vista sul mare è bella da mozzare il fiato.
La Via dell'Amore
Il tratto più famoso del Sentiero Azzurro che unisce le Cinque Terre parte proprio da Manarola: si chiama Via dell'Amore e collega il borgo a Riomaggiore con una strada in parte in pietra e grandi balconate affacciate sull'acqua. Purtroppo, eventi franosi sempre più frequenti costringono a lunghi interventi di manutenzione da parte dell'ente gestore del Parco, durante i quali il percorso resta off limits.
Le chiese e il Groppo
Piccolo gioiello di Manarola, che spicca nel mosaico di case colorate, è la graziosa chiesa di San Lorenzo, risalente alla prima metà del 1300, con la facciata in pietra arenaria in stile gotico ligure. Chi ha voglia di affrontare un sentiero di difficoltà appena lieve, può scegliere di raggiungere Volastra, minuscolo centro fuori Manarola dove si trova il Santuario di Nostra Signora della Salute, del X secolo, che fa parte dei santuari delle Cinque Terre. Non lontano da Volastra, Groppo è una borgata famosa per la presenza di case vinicole e della cooperativa agricola delle Cinque Terre: lì è possibile degustare e acquistare il famoso sciacchetrà, oltre agli altri vini locali, ma se pensate di fare acquisti, optate per l'auto e lasciate perdere il sentiero!
Il presepe luminoso più grande del mondo
Abita proprio qui, a Manarola e viene illuminato per un lunghissimo periodo a cavallo delle festività natalizie.17mila lampadine, 8 chilometri di cavi elettrici e oltre 300 figure a grandezza naturale lo rendono uno degli spettacoli più affascinanti delle Cinque Terre, visibile anche da molto lontano. E in estate? Una sfilata di fiaccole, luci e lumini che culmina sul mare riempie di canti, di gente e di suoni la notte di San Lorenzo, patrono del paese. E se non è tempo di fiaccole, niente paura: l'incanto di Manarola sotto le stelle ha stregato viaggiatori, poeti, sognatori e marinai di tutto il mondo. Ah si, certo, anche di...innamorati!
La Via dell'Amore
Il tratto più famoso del Sentiero Azzurro che unisce le Cinque Terre parte proprio da Manarola: si chiama Via dell'Amore e collega il borgo a Riomaggiore con una strada in parte in pietra e grandi balconate affacciate sull'acqua. Purtroppo, eventi franosi sempre più frequenti costringono a lunghi interventi di manutenzione da parte dell'ente gestore del Parco, durante i quali il percorso resta off limits.
Le chiese e il Groppo
Piccolo gioiello di Manarola, che spicca nel mosaico di case colorate, è la graziosa chiesa di San Lorenzo, risalente alla prima metà del 1300, con la facciata in pietra arenaria in stile gotico ligure. Chi ha voglia di affrontare un sentiero di difficoltà appena lieve, può scegliere di raggiungere Volastra, minuscolo centro fuori Manarola dove si trova il Santuario di Nostra Signora della Salute, del X secolo, che fa parte dei santuari delle Cinque Terre. Non lontano da Volastra, Groppo è una borgata famosa per la presenza di case vinicole e della cooperativa agricola delle Cinque Terre: lì è possibile degustare e acquistare il famoso sciacchetrà, oltre agli altri vini locali, ma se pensate di fare acquisti, optate per l'auto e lasciate perdere il sentiero!
Il presepe luminoso più grande del mondo
Abita proprio qui, a Manarola e viene illuminato per un lunghissimo periodo a cavallo delle festività natalizie.17mila lampadine, 8 chilometri di cavi elettrici e oltre 300 figure a grandezza naturale lo rendono uno degli spettacoli più affascinanti delle Cinque Terre, visibile anche da molto lontano. E in estate? Una sfilata di fiaccole, luci e lumini che culmina sul mare riempie di canti, di gente e di suoni la notte di San Lorenzo, patrono del paese. E se non è tempo di fiaccole, niente paura: l'incanto di Manarola sotto le stelle ha stregato viaggiatori, poeti, sognatori e marinai di tutto il mondo. Ah si, certo, anche di...innamorati!
Al Castello di Masino: Una giornata in una reggia fiabesca, immersa nel Canavese
Varcare i cancelli di questo elegante maniero è come oltrepassare la soglia del tempo. Si passa dagli affreschi del salone da ballo al Palazzo delle Carrozze, per culminare nel labirinto, in un'atmosfera da favola che affascina e incanta tutti.
A vederlo lassù, affacciato sulla pianura sopita del Canavese e sulla Serra di Ivrea, già a guardarlo da lontano, il Castello di Masino desta curiosità. Da queste parti, un maniero è in buona compagnia: dimore storiche, più o meno regali, abitate o no, pubbliche o private, sono disseminate in tutti i borghi e spiccano sopra le poche case. Ma il Castello di Masino è diverso e fa venir voglia di andarlo a vedere.
Storia
Possente ma non austero o cupo, vasto ma elegante, rigoroso eppure "gentile" nella sua architettura ordinata, il castello racconta oltre mille anni di storia in cui si sono succeduti i discendenti del primo re d'Italia, Arduino di Ivrea. A parlare sono gli eleganti saloni, attraverso magnifici affreschi perfettamente conservati; sono gli arrediche, oggi come un tempo, impreziosiscono gli ambienti; sono tutti quegli oggetti e opere d'arte che sono state raccolte e mantenute nel corso della storia, dall'avvicendarsi delle generazioni nobili, dai Masino ai Valperga. La visita all'interno si snoda tra sale monumentali, tra cui la Sala Stemmi, l'appartamento di Madama Reale, la cui camera da letto sfoggia sete finissime e un letto a baldacchino, fino allo splendido Salone da ballo, con affreschi che si armonizzano perfettamente con il paesaggio naturale incorniciato dalle grandi finestre. Dodici carrozze ottocentesche costituiscono la collezione contenuta nel Palazzo delle Carrozze: se ne ammirano di tutti i tipi, da quella per i bambini, a quelle aperte, da quelle in cui i passeggeri siedono uno di fronte all'altro a quella di gala.
Il parco
La passeggiata nel Parco inizia lungo l'Allea Grande, spettacolare viale alberato un tempo ingresso monumentale al Castello, una vera e propria "strada nel cielo" sospesa sulla pianura del Canavese e fronteggiante la catena delle Alpi. Le vaste terrazze verdi che si incontrano lungo il percorso offrono ancora oggi una splendida vista panoramica della serra morenica e della piana d'Ivrea. Proseguendo lungo il perimetro del Castello, il visitatore godrà la bellezza secentesca del Giardino dei Cipressi e del Giardino delle Rose. Il percorso termina più in basso presso una vasta radura denominata Pratone Eufrasia, luogo ideale per riposarsi su una panchina o all'ombra di un maestoso cedro del Libano.
Il labirinto botanico
Infine il giardino: lussureggiante, disegnato secondo lo schema all'inglese, circonda il castello con una estensione di diversi ettari. È vastissimo - è il secondo in Italia per dimensioni - pure il labirinto, caratteristico dei giardini all'italiana, disegnato mediante l'impiego di mille metri di siepi e il cui restauro ha richiesto un notevole impegno. Sembra, il labirinto, il luogo perfetto per chiudere la visita: usciti dall'immersione totale dello sfarzo dei nobili, ci si perde a seguire quel mitologico filo di lana che Arianna diede a Teseo.
Eventi e attività didattiche
Chi non vuole fare da sé, o chi, invece, ha voglia di una modalità insolita di vivere gli ambienti del Castello, può affidarsi ai tanti eventi organizzati. Si comincia con l'iniziativa "Aperti per giardinaggio", che offre la possibilità ai visitatori di partecipare alle potature di siepi, ortensie e rose in marzo e delle siepi del labirinto in aprile. "Cogli l'attimo" è il ciclo di visite guidate nel parco per festeggiare le fioriture; gli appassionati del genere non si perdano, invece, la visita dedicata ai restauri di tessuti della Camera degli Ambasciatori d'Austria. E ancora: ogni domenica da marzo a novembre gli educatori del Museo del Bambino si prenderanno cura dei piccoli visitatori con laboratori nelle Scuderie; animazione per tutti, invece, il giorno di Pasquetta. Per gli aggiornamenti sul calendario degli eventi speciali, tenere d'occhio la pagina dedicata al Castello, sul sito del FAI.
Storia
Possente ma non austero o cupo, vasto ma elegante, rigoroso eppure "gentile" nella sua architettura ordinata, il castello racconta oltre mille anni di storia in cui si sono succeduti i discendenti del primo re d'Italia, Arduino di Ivrea. A parlare sono gli eleganti saloni, attraverso magnifici affreschi perfettamente conservati; sono gli arrediche, oggi come un tempo, impreziosiscono gli ambienti; sono tutti quegli oggetti e opere d'arte che sono state raccolte e mantenute nel corso della storia, dall'avvicendarsi delle generazioni nobili, dai Masino ai Valperga. La visita all'interno si snoda tra sale monumentali, tra cui la Sala Stemmi, l'appartamento di Madama Reale, la cui camera da letto sfoggia sete finissime e un letto a baldacchino, fino allo splendido Salone da ballo, con affreschi che si armonizzano perfettamente con il paesaggio naturale incorniciato dalle grandi finestre. Dodici carrozze ottocentesche costituiscono la collezione contenuta nel Palazzo delle Carrozze: se ne ammirano di tutti i tipi, da quella per i bambini, a quelle aperte, da quelle in cui i passeggeri siedono uno di fronte all'altro a quella di gala.
Il parco
La passeggiata nel Parco inizia lungo l'Allea Grande, spettacolare viale alberato un tempo ingresso monumentale al Castello, una vera e propria "strada nel cielo" sospesa sulla pianura del Canavese e fronteggiante la catena delle Alpi. Le vaste terrazze verdi che si incontrano lungo il percorso offrono ancora oggi una splendida vista panoramica della serra morenica e della piana d'Ivrea. Proseguendo lungo il perimetro del Castello, il visitatore godrà la bellezza secentesca del Giardino dei Cipressi e del Giardino delle Rose. Il percorso termina più in basso presso una vasta radura denominata Pratone Eufrasia, luogo ideale per riposarsi su una panchina o all'ombra di un maestoso cedro del Libano.
Il labirinto botanico
Infine il giardino: lussureggiante, disegnato secondo lo schema all'inglese, circonda il castello con una estensione di diversi ettari. È vastissimo - è il secondo in Italia per dimensioni - pure il labirinto, caratteristico dei giardini all'italiana, disegnato mediante l'impiego di mille metri di siepi e il cui restauro ha richiesto un notevole impegno. Sembra, il labirinto, il luogo perfetto per chiudere la visita: usciti dall'immersione totale dello sfarzo dei nobili, ci si perde a seguire quel mitologico filo di lana che Arianna diede a Teseo.
Eventi e attività didattiche
Chi non vuole fare da sé, o chi, invece, ha voglia di una modalità insolita di vivere gli ambienti del Castello, può affidarsi ai tanti eventi organizzati. Si comincia con l'iniziativa "Aperti per giardinaggio", che offre la possibilità ai visitatori di partecipare alle potature di siepi, ortensie e rose in marzo e delle siepi del labirinto in aprile. "Cogli l'attimo" è il ciclo di visite guidate nel parco per festeggiare le fioriture; gli appassionati del genere non si perdano, invece, la visita dedicata ai restauri di tessuti della Camera degli Ambasciatori d'Austria. E ancora: ogni domenica da marzo a novembre gli educatori del Museo del Bambino si prenderanno cura dei piccoli visitatori con laboratori nelle Scuderie; animazione per tutti, invece, il giorno di Pasquetta. Per gli aggiornamenti sul calendario degli eventi speciali, tenere d'occhio la pagina dedicata al Castello, sul sito del FAI.
Tra le mura del Castello di Gorizia: A difesa della città
Gorizia svela la sua posizione già dal nome che in slavo significa "colle". Da cui il castello sorveglia l'abitato.
Proprio dalla cima del colle il castello dell'XI secolo, nucleo storico della cittadina, domina sulle case offrendo una grande vista panoramica su Gorizia e i suoi dintorni. L'aspetto attuale del maniero è il risultato di una serie di interventi successivi che del mastio originale hanno lasciato solo le fondamenta ancora oggi visibili all'interno della corte dei Lanzi così come un pozzo.
La storia
I rimaneggiamenti ebbero inizio nel XIII secolo, quando i conti di Gorizia trasformarono un primo edificio ottoniano in vera e propria fortificazione. Di questi ampliamenti duecenteschi rimane ancora oggi il Palazzo dei Conti, impreziosito da bifore romaniche incorniciate da marmo rosa. Risale invece al XVI secolo la sostituzione di una cinta difensiva in legno con un paramento a tre piani dotato di torrioni, camminamento di ronda e mura merlate in arenaria. Il castello passò più volte di mano, diventando possedimento dei conti di Gorizia, ma anche degli Asburgo e dei veneziani; nei secoli assunse funzioni amministrative, di caserma e carcere. Si raggiunge varcando la Porta Leopoldina, edificata nel 1660 in onore della visita dell'imperatore Leopoldo d'Asburgo.
La visita
La visita può avere inizio nella Corte dei Lanzi; al piano terra sono state ricostruite la cucina e la mensa, mentre la sala dei Cavalieri ospita una collezione di armi goriziane impiegate dall'XI al XVI secolo, con anche riproduzioni di macchine da guerra in dimensioni reali. Al piano superiore, si visitano la Sala del Conte e il Salone degli Stati Provinciali, un grande ambiente su cui si affaccia un ballatoio in legno con uno splendido soffitto a cassettoni. Sul medesimo piano, nella Sala della Musica, potrete ascoltare la melodia di antichi strumenti. Al secondo piano sono esposte tele di scuola veneta e, nel cosiddetto Granaio, è allestito il Museo del Medioevo Goriziano. Il giro non può prescindere dal percorrere il cammino di Ronda, dal quale godrete di un grande panorama. Accanto al Palazzo dei Conti, tra il Quattrocento e il Cinquecento fu innalzato il Palazzo degli Stati Provinciali.
E dopo il castello...
Lasciando Borgo Castello si scende verso piazza Sant'Antonio e nella storica via Rastello, dove fare una passeggiata nell'atmosfera goriziana delle antiche botteghe fino a raggiungere il respiro della piazza con la barocca chiesa di Sant'Ignazio, principale luogo di culto della città.
Da qui ci si dirige verso piazza De Amicis dove si trova lo storico Palazzo Attems che ospita la Pinacoteca, particolarmente interessante perché ospita dipinti dal '700 al '900.
La storia
I rimaneggiamenti ebbero inizio nel XIII secolo, quando i conti di Gorizia trasformarono un primo edificio ottoniano in vera e propria fortificazione. Di questi ampliamenti duecenteschi rimane ancora oggi il Palazzo dei Conti, impreziosito da bifore romaniche incorniciate da marmo rosa. Risale invece al XVI secolo la sostituzione di una cinta difensiva in legno con un paramento a tre piani dotato di torrioni, camminamento di ronda e mura merlate in arenaria. Il castello passò più volte di mano, diventando possedimento dei conti di Gorizia, ma anche degli Asburgo e dei veneziani; nei secoli assunse funzioni amministrative, di caserma e carcere. Si raggiunge varcando la Porta Leopoldina, edificata nel 1660 in onore della visita dell'imperatore Leopoldo d'Asburgo.
La visita
La visita può avere inizio nella Corte dei Lanzi; al piano terra sono state ricostruite la cucina e la mensa, mentre la sala dei Cavalieri ospita una collezione di armi goriziane impiegate dall'XI al XVI secolo, con anche riproduzioni di macchine da guerra in dimensioni reali. Al piano superiore, si visitano la Sala del Conte e il Salone degli Stati Provinciali, un grande ambiente su cui si affaccia un ballatoio in legno con uno splendido soffitto a cassettoni. Sul medesimo piano, nella Sala della Musica, potrete ascoltare la melodia di antichi strumenti. Al secondo piano sono esposte tele di scuola veneta e, nel cosiddetto Granaio, è allestito il Museo del Medioevo Goriziano. Il giro non può prescindere dal percorrere il cammino di Ronda, dal quale godrete di un grande panorama. Accanto al Palazzo dei Conti, tra il Quattrocento e il Cinquecento fu innalzato il Palazzo degli Stati Provinciali.
E dopo il castello...
Lasciando Borgo Castello si scende verso piazza Sant'Antonio e nella storica via Rastello, dove fare una passeggiata nell'atmosfera goriziana delle antiche botteghe fino a raggiungere il respiro della piazza con la barocca chiesa di Sant'Ignazio, principale luogo di culto della città.
Da qui ci si dirige verso piazza De Amicis dove si trova lo storico Palazzo Attems che ospita la Pinacoteca, particolarmente interessante perché ospita dipinti dal '700 al '900.