Nella varietà del suo territorio, l'Italia presenta località montane molto suggestive, sia d'estate che d'inverno. Da nord a sud, la montagna italiana offre al turista paesaggi fatti di laghi alpini, boschi da fiaba, incantevoli borghi ricchi di tradizioni e storia e, non ultimi, pregiati prodotti gastronomici. Sport, divertimento e relax si sposano benissimo con l'idea di una vacanza in montagna nel Belpaese, sia essa sulla neve o durante la bella stagione.
Il Parco dei Monti Sibillini
Visitare i comuni del Parco dei Monti Sibilllini rappresenta un'occasione unica per rivivere appieno il fascino del tempo passato e scoprire i tesori che l'uomo ha saputo preservare nei secoli per adattarsi a un ambiente naturale selvaggio e spesso ostile. L'esperienza del viaggio diventa così, anche sotto il profilo culturale, realmente vivificante ed indimenticabile per ogni visitatore. Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini comprende il gruppo montuoso più elevato dell'Appennino umbro - marchigiano e la sua vetta più alta, il Monte Vettore, raggiunge i 2.479 metri s.l.m., mentre i suoi molti comuni sono distribuiti tra l'Umbria e le Marche.
Da vedere
Fra i comuni che meritano una visita c'è Visso, sede del Parco Nazionale. La leggenda narra che questo comune umbro del Parco, caratterizzato da un centro storico raccolto e pittoresco, sia stato fondato ben 907 anni prima di Roma e che, dal suo riconoscimento come libero comune e fino all’invasione napoleonica, fosse diviso in cinque distretti chiamati "Guaite", comprendenti anche Castelsantangelo ed Ussita. Non lontano un itinerario percorribile anche in auto, le Gole della Valnerina, scavate dall’impetuoso fiume Nera, e il massiccio montuoso del M. Bove, di aspetto dolomitico. Per la particolarità della sua collocazione va citato il paese di Arquata del Tronto, unico comune d'Europa il cui territorio è compreso all'interno di due Parchi Nazionali: quello dei Monti Sibillini a nord e del Gran Sasso e Monti della Laga a sud, già Abruzzo. Cuore di un'importante settore del parco è Norcia, patria del Patrono d'Europa, S. Benedetto, e famosa per lo splendido centro storico. A Preci, luogo di spiritualità, da vedere è l'Abbazia di Sant'Eutizio, fondata nel 470 d.C., in cui è nata la Scuola chirurgica preciana.
Da fare
Il trekking, molto praticato in tutta l'area, è facilitato da tracciati segnati e dalle visite guidate che sono curate dalle Case del Parco. Particolarmente interessanti sono alcuni sentieri a tema, come quello dello Zafferano, così chiamato perché ripercorre l'antica strada di coloro che portavano dall'Abruzzo l'antica spezia. Anche l'arrampicata sportiva è molto diffusa nel parco, soprattutto nei versanti settentrionali del monte Bove. Per la struttura morfologica e le particolari condizioni ambientali, legate alle correnti atmosferiche, il parco è il regno del deltaplano e del parapendio. Altri sport, oltre allo sci durante la stagione invernale nella zona di Forca Canapine, sono il rafting e il canyoning lungo i fiumi. E' possibile scoprire, in mountain bike, molti degli ambienti più suggestivi del parco, grazie a numerosi sentieri segnalati specifici per questa disciplina.
Da non perdere
Sembra quasi un locus amoenus quello in cui sorge il Santuario di Macereto, nelle alture sopra Visso, a circa 1000 metri s.l.m.. Si tratta di un complesso religioso, nei cui pressi sorgeva un tempo il castello dei conti di Fiastra. Rappresenta la maggiore espressione dell'Architettura rinascimentale del '500 nelle Marche. Risalendo lungo il fiume Nera verso l'entroterra marchigiano, ci si trova di fronte ad un vero e proprio spettacolo: il Lago di Fiastra. Nonostante sia un lago artificiale, le sue acque sono in ogni stagione dell'anno di un azzurro cristallino in cui si rispecchiano le vette dei monti circostanti. Di lì si possono raggiungere la suggestiva Valle dell’Acquasanta con le sue splendide cascate e la Grotta dell’orso. Fra le numerose leggende da cui è imperniata la zona dei Sibillini (noti sin dal medioevo in tutta Europa come regno di demoni, negromanti e fate), le più famose sono quelle legate all'"Illustre profetessa" Sibilla, che viveva in una grotta sita sull’omonimo monte, e quella di Pilato secondo la quale il corpo morente del procuratore romano fu trascinato da alcuni bufali nelle acque del "demoniaco" lago, sito in una delle valli più elevate del monte Vettore. Il paesaggio quasi lunare, a cui si arriva partendo da Frontignano con un percorso di oltre 4 ore, è assolutamente da non perdere.
Da assaggiare
La Lenticchia di Castelluccio di Norcia ad Indicazione geografica protetta, è tipica dei piani di Castelluccio, frazione di Norcia. E' ottima da gustare stufata solamente con acqua, sedano, aglio, sale e pepe.
Da vedere
Fra i comuni che meritano una visita c'è Visso, sede del Parco Nazionale. La leggenda narra che questo comune umbro del Parco, caratterizzato da un centro storico raccolto e pittoresco, sia stato fondato ben 907 anni prima di Roma e che, dal suo riconoscimento come libero comune e fino all’invasione napoleonica, fosse diviso in cinque distretti chiamati "Guaite", comprendenti anche Castelsantangelo ed Ussita. Non lontano un itinerario percorribile anche in auto, le Gole della Valnerina, scavate dall’impetuoso fiume Nera, e il massiccio montuoso del M. Bove, di aspetto dolomitico. Per la particolarità della sua collocazione va citato il paese di Arquata del Tronto, unico comune d'Europa il cui territorio è compreso all'interno di due Parchi Nazionali: quello dei Monti Sibillini a nord e del Gran Sasso e Monti della Laga a sud, già Abruzzo. Cuore di un'importante settore del parco è Norcia, patria del Patrono d'Europa, S. Benedetto, e famosa per lo splendido centro storico. A Preci, luogo di spiritualità, da vedere è l'Abbazia di Sant'Eutizio, fondata nel 470 d.C., in cui è nata la Scuola chirurgica preciana.
Da fare
Il trekking, molto praticato in tutta l'area, è facilitato da tracciati segnati e dalle visite guidate che sono curate dalle Case del Parco. Particolarmente interessanti sono alcuni sentieri a tema, come quello dello Zafferano, così chiamato perché ripercorre l'antica strada di coloro che portavano dall'Abruzzo l'antica spezia. Anche l'arrampicata sportiva è molto diffusa nel parco, soprattutto nei versanti settentrionali del monte Bove. Per la struttura morfologica e le particolari condizioni ambientali, legate alle correnti atmosferiche, il parco è il regno del deltaplano e del parapendio. Altri sport, oltre allo sci durante la stagione invernale nella zona di Forca Canapine, sono il rafting e il canyoning lungo i fiumi. E' possibile scoprire, in mountain bike, molti degli ambienti più suggestivi del parco, grazie a numerosi sentieri segnalati specifici per questa disciplina.
Da non perdere
Sembra quasi un locus amoenus quello in cui sorge il Santuario di Macereto, nelle alture sopra Visso, a circa 1000 metri s.l.m.. Si tratta di un complesso religioso, nei cui pressi sorgeva un tempo il castello dei conti di Fiastra. Rappresenta la maggiore espressione dell'Architettura rinascimentale del '500 nelle Marche. Risalendo lungo il fiume Nera verso l'entroterra marchigiano, ci si trova di fronte ad un vero e proprio spettacolo: il Lago di Fiastra. Nonostante sia un lago artificiale, le sue acque sono in ogni stagione dell'anno di un azzurro cristallino in cui si rispecchiano le vette dei monti circostanti. Di lì si possono raggiungere la suggestiva Valle dell’Acquasanta con le sue splendide cascate e la Grotta dell’orso. Fra le numerose leggende da cui è imperniata la zona dei Sibillini (noti sin dal medioevo in tutta Europa come regno di demoni, negromanti e fate), le più famose sono quelle legate all'"Illustre profetessa" Sibilla, che viveva in una grotta sita sull’omonimo monte, e quella di Pilato secondo la quale il corpo morente del procuratore romano fu trascinato da alcuni bufali nelle acque del "demoniaco" lago, sito in una delle valli più elevate del monte Vettore. Il paesaggio quasi lunare, a cui si arriva partendo da Frontignano con un percorso di oltre 4 ore, è assolutamente da non perdere.
Da assaggiare
La Lenticchia di Castelluccio di Norcia ad Indicazione geografica protetta, è tipica dei piani di Castelluccio, frazione di Norcia. E' ottima da gustare stufata solamente con acqua, sedano, aglio, sale e pepe.
Courmayeur, tra stile e tradizione
Località turistica di fama internazionale, Courmayeur, in Val d'Aosta , è nota per la bellezza del paesaggio e l'ospitalità dei suoi abitanti. L'antico paese, offre infatti un’atmosfera alpina autentica, che si respira sia passeggiando tra i negozi della centrale Via Roma che negli angoli più nascosti.
La cittadina di Courmayeur (1.224 m) sorge alle falde del massiccio del Monte Bianco, in una conca verdeggiante circondata da abeti e larici, montagne, ghiacciai e da bellissimi villaggi tradizionali lungo il corso della Dora Baltea, fiume che attraversa la località e l'intera Valle d'Aosta. Ovunque in paese si respira un forte senso d'accoglienza e la cura dei particolari che da sempre la distingue caratterizzano le sue numerose strutture ricettive, dall'hotel di lusso alla baita alpina, fino agli storici caffè del centro e ai rifugi sulle piste. È a Courmayeur che nasce la storia degli impianti di risalita: nel 1908 le famiglie Donzelli, Gilberti e Lora Totino fecero costruire il primo impianto a fune. Nel 1939 tale idea pionieristica dà vita alla Società Monte Bianco che realizza la funivia che va da La Palud a Punta Helbronner. Di lì a poco la montagna, da meta per pochi alpinisti, diventa raggiungibile per tutti. Oggi, con oltre 100 chilometri di piste, Courmayeur si pone ai massimi livelli nell'offerta di sport invernali in Italia e nell'intera Europa. Il comprensorio di sci alpino di Courmayeur è infatti frequentato da sciatori di tutto il mondo. Per gli amanti dello sci nordico non c'è nulla di meglio che trascorrere piacevoli giornate in Val Ferret che vanta piste adatte anche a sciatori non esperti. La zona è in parte affiancata da un percorso pedonale sulla neve, per concedersi una passeggiata in piena natura a pochi chilometri dal centro del paese. Varie anche le proposte per lo sci fuori pista, con la discesa sul ghiacciaio del Toula e quelle della Vallée Blanche, che dal ghiacciaio della Mer de Glace raggiunge Chamonix, sul versante francese del Monte Bianco. Se ci si trova a Courmayeur, è impossibile perdere la traversata del Monte Bianco, la vetta più alta d'Europa. Grazie alla Funivia del Monte Bianco in pochi minuti si raggiungono gli oltre 2.000 metri di quota. Nel corso della traversata, che parte da La Palud, in prossimità di Courmayeur (1.325 m), e raggiunge Le Pavillon (2.173 m), è possibile godere di una vista magnifica sui ghiacciai e sulle grandi vette delle Alpi, visitare un giardino botanico alpino e la mostra di cristalli del Monte Bianco. Courmayeur è inoltre una delle capitali storiche dell’alpinismo e dell’escursionismo di montagna di cui si può ripercorrere la storia presso il museo alpino «Duca degli Abruzzi», ospitato nella Casa delle Guide, al centro del paese. Nel museo sono raccolti documenti, cimeli e attrezzi da scalata. Facilmente raggiungibile in ogni stagione dell'anno (dalla Francia e dal resto d’Europa attraverso il traforo del Monte Bianco, e dalle altre regioni italiane con l’autostrada della Valle d‘Aosta, che collega Torino al traforo del Monte Bianco), Courmayeur è la meta ideale per chiunque, anche in estate, voglia rigenerarsi a contatto con un'atmosfera cosmopolita, intima ma al tempo stesso mondana e ricca di opportunità d'incontro.
Tarvisio e la Val Resia
Là dove Italia, Austria e Slovenia si incontrano, in Friuli Venezia Giulia, si possono scoprire vette maestose, sentieri che si snodano per chilometri, e una foresta di 23.000 ettari. Ma anche una valle dove vive un'antica comunità slava, curiose leggende e laghi che paiono perle. Uno scenario che dal nord-est della regione si snoda come un itinerario e tocca i paesi di Moggio Udinese, Malborghetto, Pontebba, Tarvisio, arriva alla Carnia ad ovest, e sfiora le pendici del Jof di Montasio e le vette della Val Resia. Tutti luoghi da vedere almeno una volta.
Da vedere
Moggio Udinese è un borgo sorto attorno ad un'antica abbazia benedettina. E' ancora possibile visitate il chiostro cinquecentesco e la chiesa abbaziale di San Gallo, consacrata nel 1119. A Pontebba, dove correva il confine tra Italia e Austria fino alla Prima Guerra Mondiale, la pieve di Santa Maria Maggiore custodisce lo splendido Flügelalatar (Pala d'altare) del 1500. Proseguendo per Malborghetto si consiglia una visita al Palazzo Veneziano del '500; solo successivamente salendo sul Monte Santo di Lussari, dal Santuario "dei tre popoli" la vista si perde verso l'infinito. Vero e proprio crocevia al confine tra l'Austria e Slovenia, è Tarvisio, località dall'anima antica e dall'aspetto moderno, adatto allo shopping e alla degustazione di specialità nate dell'incrocio tra cucina friulana, carinziana e slovena.
Da qui si può raggiungere facilmente il Lago di Fusine, collegati da incantevoli itinerari, e la Val Saisera, con imponenti cime. Verso il confine sorge Cave del Predil, un tempo paese di minatori, ospita oggi il Museo della Tradizione Mineraria. Di lì parte un sentiero minerario di 2 chilometri, in parte a piedi in parte in trenino, che conduce il visitatore per un intenso spaccato su una realtà vicina che pure appare così lontana. Sulla strada che porta a Sella Nevea, appare, come una perla tra le montagne il Lago del Predil, dove si può andare in barca a vela e kayak.
Da fare
Per gli amanti della vacanza attiva e della vita all'aria aperta il Friuli Venezia Giulia è un concentrato di attività ed esperienze entusiasmanti. In mountain bike si può pedalare tra i pascoli intorno al Montasio: parte infatti da Sella Nevea un tour di 10 km, asfaltato e fuoristrada, con pendenze fino al 18 per cento. Il punto più alto è al bivio per il rifugio Di Brazzà, di fronte al quale sorge il massiccio del Canin e da cui si discende per un sentiero di tornanti. E' inoltre possibile fare il giro delle malghe di Forni di Sopra, tra piste forestali, mulattiere e prati, per 21 chilometri quasi interamente sterrati sulle Dolomiti di Forni. Per gli amanti della canoa e del rafting la Valle dell'Isonzo è un vero paradiso in cui grazie alle rocce carbonatiche e alle piogge, si è creata la più alta concentrazione di forre selvagge: cascate, tuffi in pozze cristalline, ripidi scivoli naturali. A Forni di Sopra e a Sella Nevea ci sono inoltre numerose palestre da arrampicata. La parete più alta si trova sul Monte Campanile in Val Montanaia, a oltre 2000 metri di quota. Nel Parco Avventura della Sella Nevea si può fare tarzaning tra funi e ponti tibetani. A Prato in Val Resia sorge il centro visite del Parco naturale delle Prealpi Giulie: addentratevi nei suoi suggestivi sentieri.
Da non perdere
Molte le possibilità di escursioni e passeggiate che portano alle malghe, in cui si può assistere alla lavorazione e acquistare direttamente burro e formaggio. La via delle Malghe, segnata da cartelli marroni, parte da Prato Carnico e può essere imboccata in vari punti e percorsa in parte o per intero con un lungo trekking di 2 o 3 giorni, con pernottamento nelle casere (abitazione tipica adibita ad agriturismo). La Regata Isontina, una tradizionale discesa lungo l’Isonzo con kayak, canoe e raft che si tiene ogni prima domenica di settembre dal 1986.
Da provare
Prodotto principe dell'enogastronomia friulana e veneta, il Montasio è un formaggio stagionato dal sapore pieno e corposo. E' prodotto in Friuli dal 1200 sui pascoli dello Jof di Montasio, ma solo nel XIII secolo, grazie all'affinamento delle tecniche di lavorazione dei monaci dell'Abbazia di Moggio Udinese, diviene un formaggio prodotto in pianura. Un prezzario datato 1775 parla di questo prodotto come un formaggio commercializzato insieme al prosciutto San Daniele.
L'altopiano di Asiago
L’Altopiano di Asiago, anche detto “dei Sette Comuni”, sorge in Veneto a 1000 metri di altitudine, in provincia di Vicenza.
Salendo dalla pianura per una ripida strada di dieci tornanti, l'altopiano mostra un magnifico paesaggio fatto di vasti prati, paesi dagli alti campanili e una corona di vette. Le zone di Ortigara, Cima Caldiera, Portule, Cima Undici, Cima Dodici, teatro di aspri combattimenti durante la prima Guerra mondiale, sono oggi una destinazione privilegiata degli escursionisti sulle tracce della storia e del passato: ben visibili sono ancora i forti Verena, Interrotto, Corbin, Lisser, Campolongo.
Salendo dalla pianura per una ripida strada di dieci tornanti, l'altopiano mostra un magnifico paesaggio fatto di vasti prati, paesi dagli alti campanili e una corona di vette. Le zone di Ortigara, Cima Caldiera, Portule, Cima Undici, Cima Dodici, teatro di aspri combattimenti durante la prima Guerra mondiale, sono oggi una destinazione privilegiata degli escursionisti sulle tracce della storia e del passato: ben visibili sono ancora i forti Verena, Interrotto, Corbin, Lisser, Campolongo.
Sacro agli alpini, il monte Ortigara è il luogo di battaglia più conosciuto della zona, e vale una visita il Museo all’aperto di Zebio, dove sono visibili camminamenti, trincee e ricoveri. La visita dell'Altopiano può partire da Rotzo, il comune più antico, come testimonia la chiesa di Santa Margherita, fondata nell'anno Mille, per proseguire verso alcuni siti preistorici, tra cui il Bostel. Il comune di Roana, memore della cultura e della lingua cimbra, di derivazione germanica, è caratterizzato da sei borgate, dette i Sei campanili. Immersa nelle colline, incontriamo Asiago, completamente ricostruita dopo la Grande Guerra, famosa meta turistica, considerata una delle capitali dello sci di fondo in Italia. L’aria tersa e la scarsa presenza di luce urbana fanno di Asiago un luogo ideale per osservare le stelle, tanto che nel 1942 vi fu fondato l’Osservatorio astrofisico, con il telescopio Galileo, all'epoca il più grande d’Europa. Nelle vicinanze, sulla cima del colle Leiten, campeggia la sagoma del Sacrario Militare dove sono raccolte le spoglie di oltre 54 mila soldati. Poco distante troviamo Conco, conosciuta soprattutto per le due importanti stazioni turistiche di Val Lastaro e Biancoia. Alla nascita della Reggenza dei Sette Comuni, Conco non esisteva in quanto era una contrada di Lusiana, solo in seguito si sono divisi ed oggi, infatti, i Comuni sono 8. A Lusiana, grazioso comprensorio turistico, tra le opere più interessanti a livello artistico si segnalano le pale di Jacopo Bassano e la chiesa parrocchiale dedicata a San Giacomo. Proseguendo verso est, c'è Gallio, noto per le sue strutture sportive, come il trampolino da sci, ma anche per gli impianti per lo sci alpino che in estate si trasformano in un bike park. Tra i boschi sorge Foza, dai caratteristici decori realizzati da artisti provenienti da tutt’Italia, mentre all’estremità dell’altopiano si trova Enego, con la trecentesca torre scaligera e le piste da fondo; dal paese si può godere di uno splendido panorama sulle Dolomiti e sul monte Grappa. L'altopiano di Asiago e i suoi comuni sono un luogo incantevole e rilassante, dove, sia in inverno sia in estate, si possono conciliare natura, sport, cultura e benessere. L’altopiano è universalmente considerato luogo perfetto per gli appassionati di mountain bike e dello sci di fondo (oltre 500 chilometri di tracciati, tra cui uno spettacolare anello di 250 chilometri, che tocca tutti i comuni). Una sessantina d’impianti di risalita, piste da pattinaggio e sentieri per passeggiate nella neve, anche con le ciaspole, ne fanno una meta ideale per chi ama sport e natura. Dalla primavera all’autunno a disposizione degli sportivi ci sono infatti centri equestri, campi da golf , piscine coperte, campi da tennis, bocce, tiro con l’arco, salti nel vuoto con l’elastico dal ponte sulla val Gadena, rafting, hidrobob, voli con parapendio e un numero infinito di escursioni di ogni livello.
È importante sapere che
Il nome di Asiago è indissolubilmente legato a quello del prelibato e omonimo formaggio, prodotto sull’Altopiano da tempo immemorabile ed ora divenuto DOP (Denominazione di Origine Protetta). Le sue origini si fanno risalire al decimo secolo, quando il vescovo di Padova, signore di queste terre, veniva pagato dai suoi vassalli con questa specialità. Ne esistono due qualità: l’Asiago d’allevo (a pasta dura, prodotto con latte scremato, dal sapore deciso) e l’ Asiago pressato (prodotto con latte intero, è chiamato anche dolce per il suo sapore di latte fresco ed ha una stagionatura variabile dai 25 ai 50 giorni). L’Asiago è anche l’ingrediente principale dei gustosi piatti della gastronomia locale, come il tradizionale fan frich, sorta di frittata con le patate.
È importante sapere che
Il nome di Asiago è indissolubilmente legato a quello del prelibato e omonimo formaggio, prodotto sull’Altopiano da tempo immemorabile ed ora divenuto DOP (Denominazione di Origine Protetta). Le sue origini si fanno risalire al decimo secolo, quando il vescovo di Padova, signore di queste terre, veniva pagato dai suoi vassalli con questa specialità. Ne esistono due qualità: l’Asiago d’allevo (a pasta dura, prodotto con latte scremato, dal sapore deciso) e l’ Asiago pressato (prodotto con latte intero, è chiamato anche dolce per il suo sapore di latte fresco ed ha una stagionatura variabile dai 25 ai 50 giorni). L’Asiago è anche l’ingrediente principale dei gustosi piatti della gastronomia locale, come il tradizionale fan frich, sorta di frittata con le patate.