Itinerari del Gusto e dei Sapori della Valtellina
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C'è chi sceglie un weekend in Valtellina per immergersi nella natura incontaminata di montagne che, con il Pizzo Bernina, arrivano a superare i 4000 metri e c'è invece chi viene attratto per trascorrere un fine settimana culturale della valle, smentendo il luogo comune che ci vede solo baite e pascoli. Una terza categoria di turisti, infine, percorre le strade valtellinesi alla ricerca di piatti e prodotti della locale tradizione enogastronomica. Lungi dal preferire uno solo di questi approcci, il visitatore è al contrario invitato a scoprire un territorio che proprio nella varietà della propria offerta ha uno straordinario punto di forza.
Formaggi e pascoli
Prima tappa dell'itinerario è la Valle del Bitto di Gerola (spesso abbreviata in Val Gerola), raggiungibile da Morbegno tramite la SS405. A Sacco è possibile ammirare una delle opere d'arte più curiose della zona: l'affresco dell'Homo salvadego, un personaggio leggendario, a metà tra rispettato genius loci della montagna e temuto essere misterioso. Proprio a lui si deve la "rivelazione" del segreto per la lavorazione del formaggio locale. Quanto è stato messo in pratica dagli insegnamenti si apprezza poco a monte presso l'Alpe Culino: gli immensi pascoli che circondano la località sono il punto di partenza della filiera produttiva del Bitto DOP e del Valtellina Casera DOP, i due prìncipi del panorama caseario provinciale. Se il primo è un prodotto particolarmente pregiato e ricercato, il secondo è celebre anche per il suo utilizzo nella preparazione dei Pizzoccheri della Valtellina, gustosa e nutriente pasta di grano saraceno.
Obiettivo UNESCO
Percorrendo verso est la SS38, ci si inoltra in un paesaggio che, nei pressi di Sondrio, mostra sempre più evidenti le tracce della coltivazione della vite. Un reticolo di terrazzamenti solca infatti il versante retico della valle, creando un paesaggio sui generis, candidato a Patrimonio dell'Umanità UNESCO. Dopo aver ammirato queste imponenti opere nei pressi del pittoresco Santuario della Sassella, è d'obbligo degustare le diverse denominazioni di Valtellina Superiore DOCG, un rosso caratterizzato dall'odore persistente e dal sapore asciutto e vellutato, o uno Sforzato di Valtellina DOCG, le cui uve raccolte a mano sono fatte appassire sui graticci, o un Rosso di Valtellina DOC.
Alla volta di Tirano
È davvero difficile non proseguire alla scoperta di un territorio che riserva continue sorprese, come Castel Grumello, proprietà del FAI abbarbicata su un colle a strapiombo sulla valle. Mentre si prosegue in direzione Est non mancherà l'occasione di assaggiare un'altra prelibatezza tutta valtellinese, la Bresaola della Valtellina IGP: inconfondibile è il gusto delicato di questa straordinaria carne bovina salata e aromatizzata. L'itinerario termina a Tirano, famosa non solo per il santuario rinascimentale, ma anche come punto di partenza del treno rosso del Bernina. Un ultimo accenno va infine alla Mela di Valtellina IGP, tra i principali prodotti frutticoli dell'intera regione; il loro gusto inimitabile è dovuto al particolare microclima del soleggiato versante retico della valle.
Formaggi e pascoli
Prima tappa dell'itinerario è la Valle del Bitto di Gerola (spesso abbreviata in Val Gerola), raggiungibile da Morbegno tramite la SS405. A Sacco è possibile ammirare una delle opere d'arte più curiose della zona: l'affresco dell'Homo salvadego, un personaggio leggendario, a metà tra rispettato genius loci della montagna e temuto essere misterioso. Proprio a lui si deve la "rivelazione" del segreto per la lavorazione del formaggio locale. Quanto è stato messo in pratica dagli insegnamenti si apprezza poco a monte presso l'Alpe Culino: gli immensi pascoli che circondano la località sono il punto di partenza della filiera produttiva del Bitto DOP e del Valtellina Casera DOP, i due prìncipi del panorama caseario provinciale. Se il primo è un prodotto particolarmente pregiato e ricercato, il secondo è celebre anche per il suo utilizzo nella preparazione dei Pizzoccheri della Valtellina, gustosa e nutriente pasta di grano saraceno.
Obiettivo UNESCO
Percorrendo verso est la SS38, ci si inoltra in un paesaggio che, nei pressi di Sondrio, mostra sempre più evidenti le tracce della coltivazione della vite. Un reticolo di terrazzamenti solca infatti il versante retico della valle, creando un paesaggio sui generis, candidato a Patrimonio dell'Umanità UNESCO. Dopo aver ammirato queste imponenti opere nei pressi del pittoresco Santuario della Sassella, è d'obbligo degustare le diverse denominazioni di Valtellina Superiore DOCG, un rosso caratterizzato dall'odore persistente e dal sapore asciutto e vellutato, o uno Sforzato di Valtellina DOCG, le cui uve raccolte a mano sono fatte appassire sui graticci, o un Rosso di Valtellina DOC.
Alla volta di Tirano
È davvero difficile non proseguire alla scoperta di un territorio che riserva continue sorprese, come Castel Grumello, proprietà del FAI abbarbicata su un colle a strapiombo sulla valle. Mentre si prosegue in direzione Est non mancherà l'occasione di assaggiare un'altra prelibatezza tutta valtellinese, la Bresaola della Valtellina IGP: inconfondibile è il gusto delicato di questa straordinaria carne bovina salata e aromatizzata. L'itinerario termina a Tirano, famosa non solo per il santuario rinascimentale, ma anche come punto di partenza del treno rosso del Bernina. Un ultimo accenno va infine alla Mela di Valtellina IGP, tra i principali prodotti frutticoli dell'intera regione; il loro gusto inimitabile è dovuto al particolare microclima del soleggiato versante retico della valle.
Sapori e bellezze di Mantova
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Il territorio lombardo, che nella propaggine orientale si incunea tra Veneto ed Emilia-Romagna, coincide con la provincia di Mantova, lembo in prevalenza pianeggiante che si movimenta soltanto a ridosso del Bresciano, nella zona delle Colline moreniche. Mincio, Oglio e Po sono le correnti fluviali che scalfiscono distese campestri e aree protette (quali il Parco del Mincio e il Parco Oglio Sud), denotando un'area di pianura irrigua votata all'agricoltura.
Città d'acqua
Nel panorama lombardo, Mantova dipinge sicuramente uno degli skyline più inconsueti: abbracciato su tre lati da altrettanti bacini lacustri, la "città dei Gonzaga" (bene UNESCO dal 2008) affascina con il suo centro storico denso di opere architettoniche, storiche e artistiche di rilievo.
Solenne e suggestiva, Piazza Sordello accoglie il Duomo, consacrato a San Pietro e di impianto romanico, e il maestoso complesso di Palazzo Ducale – di cui fa parte anche il Castello di San Giorgio– che si erge a sottolineare il potere dei Gonzaga, illustre signoria che imperò in città.
Valgono una sosta anche Palazzo Te, magnifica villa suburbana, la Basilica di Sant'Andrea, capolavoro del Rinascimento italiano, e Piazza delle Erbe, salotto cittadino sul quale si affacciano Palazzo della Ragione e Palazzo del Podestà.
Ci fermiamo in città per assaggiare la Torta Sbrisolona, dolce a base di mandorle così chiamato per la friabilità che lo contraddistingue. Possiamo gustare anche un buon calice di vino Garda Colli Mantovani DOC o di Lambrusco Mantovano DOC.
Divisi dal Po
Poco meno di una trentina di chilometri a Sud di Mantova, San Benedetto Po si adagia proprio al di là del corso del fiume omonimo. Al momento della sua fondazione, l'abitato altro non era che una manciata di case e una piccola chiesa, diventata in seguito uno dei più importanti monasteri benedettini lombardi (l'Abbazia di Polirone), grazie alle ingenti donazioni della Grancontessa di stirpe longobarda Matilde di Canossa (XI secolo). Erano questi gli anni della bonifica dell'Oltrepò mantovano avvenuta grazie a nobili ed ecclesiastici. L'area infatti è oggi rinomata per la pregiata produzione della Pera Mantovana IGP, delMelone Mantovano IGP, della zucca, nonché del Parmigiano Reggiano DOP.
L'Oltreoglio
È necessario oltrepassare un altro corso d'acqua per raggiungere Sabbioneta, meta ultima dell'itinerario nella provincia di Mantova. Anch'essa patrimonio UNESCO dal 2008 insieme al capoluogo, vanta una cinta muraria perfettamente conservata, entro la quale si raccoglie il centro urbano, con Palazzo Ducale, voluto da Vespasiano Gonzaga nel XVI secolo, e il Teatro olimpico, di gusto manieristico. Il viaggio del gusto termina con i grandi prosciutti e salumi della tradizione locale e italiana.
Città d'acqua
Nel panorama lombardo, Mantova dipinge sicuramente uno degli skyline più inconsueti: abbracciato su tre lati da altrettanti bacini lacustri, la "città dei Gonzaga" (bene UNESCO dal 2008) affascina con il suo centro storico denso di opere architettoniche, storiche e artistiche di rilievo.
Solenne e suggestiva, Piazza Sordello accoglie il Duomo, consacrato a San Pietro e di impianto romanico, e il maestoso complesso di Palazzo Ducale – di cui fa parte anche il Castello di San Giorgio– che si erge a sottolineare il potere dei Gonzaga, illustre signoria che imperò in città.
Valgono una sosta anche Palazzo Te, magnifica villa suburbana, la Basilica di Sant'Andrea, capolavoro del Rinascimento italiano, e Piazza delle Erbe, salotto cittadino sul quale si affacciano Palazzo della Ragione e Palazzo del Podestà.
Ci fermiamo in città per assaggiare la Torta Sbrisolona, dolce a base di mandorle così chiamato per la friabilità che lo contraddistingue. Possiamo gustare anche un buon calice di vino Garda Colli Mantovani DOC o di Lambrusco Mantovano DOC.
Divisi dal Po
Poco meno di una trentina di chilometri a Sud di Mantova, San Benedetto Po si adagia proprio al di là del corso del fiume omonimo. Al momento della sua fondazione, l'abitato altro non era che una manciata di case e una piccola chiesa, diventata in seguito uno dei più importanti monasteri benedettini lombardi (l'Abbazia di Polirone), grazie alle ingenti donazioni della Grancontessa di stirpe longobarda Matilde di Canossa (XI secolo). Erano questi gli anni della bonifica dell'Oltrepò mantovano avvenuta grazie a nobili ed ecclesiastici. L'area infatti è oggi rinomata per la pregiata produzione della Pera Mantovana IGP, delMelone Mantovano IGP, della zucca, nonché del Parmigiano Reggiano DOP.
L'Oltreoglio
È necessario oltrepassare un altro corso d'acqua per raggiungere Sabbioneta, meta ultima dell'itinerario nella provincia di Mantova. Anch'essa patrimonio UNESCO dal 2008 insieme al capoluogo, vanta una cinta muraria perfettamente conservata, entro la quale si raccoglie il centro urbano, con Palazzo Ducale, voluto da Vespasiano Gonzaga nel XVI secolo, e il Teatro olimpico, di gusto manieristico. Il viaggio del gusto termina con i grandi prosciutti e salumi della tradizione locale e italiana.
Il Collio Goriziano: la Strada del Vino e delle Ciliegie
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Cosa puoi gustare:
Collio Cabernet Franc, Collio Chardonnay, Collio Malvasia, Collio Merlot, Collio Pinot Bianco, Collio Pinot Grigio, Collio Ribolla Gialla, Collio Sauvignon, Collio Tocai Friulano.
Il percorso si svolge lungo la Strada del Vino e delle Ciliegie, alla scoperta delle bellissime colline del Collio Goriziano, attraversando un territorio famoso per i suoi vini pregiati, la zona Collio Doc, e per le produzioni frutticole, in particolare le ciliegie.
Si inizia dal Parco Isonzo, appena fuori Gorizia, e prosegue verso nord attraverso il vicino Parco Piuma, sezione collinare accorpata al parco precedente, fino a raggiungere Oslavia, dove i vigneti non nascondono i segni dei combattimenti della Prima Guerra Mondiale, le cui vittime riposano nel vicino Ossario.
Proseguendo lungo la strada principale ci si addentra tra le colline coltivate a viti e ciliegi, fino ad arrivare al borgo di San Floriano del Collio, dominato dal complesso castellano dei Conti Formentini. Qui si possono trovare numerose cantine, osterie e ristoranti diversi, tra cui la Cantina Conti Formentini, dove viene prodotto Ribolla Gialla del Collio, Sauvignon del Collio, Friulano del Collio, Pinot Grigio del Collio, Chardonnay del Collio e Cabernet Franc del Collio Doc. Dopo San Floriano qui si procede costeggiando il confine di stato verso Rùttars, nel comune di Dolegna del Collio, attraversando il Bosco di Plessiva, riserva naturale. A Rùttars dominano i vigneti e le attività vitinicole, le cui sedi circondano il Castello di Trussio e la Torre di Marquardo. Lungo la strada incontriamo l'Azienda Agricola Ca' Ronesca, dove si possono degustare i Doc Chardonnay Collio, Pinot Grigio Collio e Sauvignon Collio.
Sempre seguendo il confine con la Slovenia si arriva nel centro di Dolegna del Collio, paese noto per la produzione di vini per la cucina tradizionale a base di cacciagione. Tornando indietro si passa per Craoretto e quindi Brazzano, con la suggestiva Chiesa di San Giorgio che sorge sul colle più alto della zona. Continuando a scendere lungo la strada si arriva a Cormòns, capitale putativa della zona del Collio Goriziano ed importante centro dell'industria vitivinicola.
Andando avanti, scendendo verso Gorizia, si arriva a Capriva del Fiuli, cittadina circondata da colline coltivate a vite, dove si possono ammirare il Castello di Spessa e Villa Ruzis. Qui sorge la Fondazione Villa Ruzis, una cantina storica che produce Collio Friulano, Collio Chardonnay, Collio Malvasia, Collio Pinot Bianco, Collio Pinot Grigio,Collio Ribolla Gialla, Collio Merlot e Collio Sauvignon Doc.
La strada piega verso est per attraversare Mossa, insediamento molto antico dove si possono ammirare alcune chiesette votive risalenti al tredicesimo secolo. Una sosta a Lucinico, appena prima di entrare nel territorio urbano di Gorizia e dirigersi al Parco Isonzo, da dove si era partiti, darà la possibilità di degustare i vini, i salumi e formaggi tipici della zona.
Collio Cabernet Franc, Collio Chardonnay, Collio Malvasia, Collio Merlot, Collio Pinot Bianco, Collio Pinot Grigio, Collio Ribolla Gialla, Collio Sauvignon, Collio Tocai Friulano.
Il percorso si svolge lungo la Strada del Vino e delle Ciliegie, alla scoperta delle bellissime colline del Collio Goriziano, attraversando un territorio famoso per i suoi vini pregiati, la zona Collio Doc, e per le produzioni frutticole, in particolare le ciliegie.
Si inizia dal Parco Isonzo, appena fuori Gorizia, e prosegue verso nord attraverso il vicino Parco Piuma, sezione collinare accorpata al parco precedente, fino a raggiungere Oslavia, dove i vigneti non nascondono i segni dei combattimenti della Prima Guerra Mondiale, le cui vittime riposano nel vicino Ossario.
Proseguendo lungo la strada principale ci si addentra tra le colline coltivate a viti e ciliegi, fino ad arrivare al borgo di San Floriano del Collio, dominato dal complesso castellano dei Conti Formentini. Qui si possono trovare numerose cantine, osterie e ristoranti diversi, tra cui la Cantina Conti Formentini, dove viene prodotto Ribolla Gialla del Collio, Sauvignon del Collio, Friulano del Collio, Pinot Grigio del Collio, Chardonnay del Collio e Cabernet Franc del Collio Doc. Dopo San Floriano qui si procede costeggiando il confine di stato verso Rùttars, nel comune di Dolegna del Collio, attraversando il Bosco di Plessiva, riserva naturale. A Rùttars dominano i vigneti e le attività vitinicole, le cui sedi circondano il Castello di Trussio e la Torre di Marquardo. Lungo la strada incontriamo l'Azienda Agricola Ca' Ronesca, dove si possono degustare i Doc Chardonnay Collio, Pinot Grigio Collio e Sauvignon Collio.
Sempre seguendo il confine con la Slovenia si arriva nel centro di Dolegna del Collio, paese noto per la produzione di vini per la cucina tradizionale a base di cacciagione. Tornando indietro si passa per Craoretto e quindi Brazzano, con la suggestiva Chiesa di San Giorgio che sorge sul colle più alto della zona. Continuando a scendere lungo la strada si arriva a Cormòns, capitale putativa della zona del Collio Goriziano ed importante centro dell'industria vitivinicola.
Andando avanti, scendendo verso Gorizia, si arriva a Capriva del Fiuli, cittadina circondata da colline coltivate a vite, dove si possono ammirare il Castello di Spessa e Villa Ruzis. Qui sorge la Fondazione Villa Ruzis, una cantina storica che produce Collio Friulano, Collio Chardonnay, Collio Malvasia, Collio Pinot Bianco, Collio Pinot Grigio,Collio Ribolla Gialla, Collio Merlot e Collio Sauvignon Doc.
La strada piega verso est per attraversare Mossa, insediamento molto antico dove si possono ammirare alcune chiesette votive risalenti al tredicesimo secolo. Una sosta a Lucinico, appena prima di entrare nel territorio urbano di Gorizia e dirigersi al Parco Isonzo, da dove si era partiti, darà la possibilità di degustare i vini, i salumi e formaggi tipici della zona.
Brioches, granite, cannoli, arancini e pizzette... le migliori pasticcerie in Sicilia!
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Una volta nella vita bisogna assolutamente andare in Sicilia, e non solo perché è una terra magica, dalla natura ammaliante e con un patrimonio storico-artistico immenso, ma anche per la sua naturale attitudine a regalarci cose buone. I frutti della sua terra sono infatti trasformati in modo magistrale in sapori unici, di cui difficilmente si potrà poi fare a meno. Quali sono allora alcune delle migliori pasticcerie siciliane?
Palermo
Pasticceria Spinnato – Via Principe di Belmonte 111
Il primo pensiero di molti, quando si sbarca a Palermo, è quello di fare colazione in un ottimo bar. Cornetto o brioches, e una buona scorta di stuzzichini per l’ora di pranzo (arancini al ragù e pizzette). Obbligatoria una tappa da Spinnato, in pieno centro per fare una bella scorta.
Pasticceria Massaro – Via Ernesto Basile 26
Se si è in auto e si ha la possibilità di spostarsi agevolmente si può raggiungere Massaro, fuori dal circuito turistico. Il locale è grande e all’interno ha anche una grande tavola calda con piatti pronti della tradizione palermitana (anelletti al forno) e una grande varietà tra dolci e rosticceria.
Pasticceria Cappello – Via Colonna Rotta 68
Se si cerca un posticino raffinato... Cappello è il posto giusto! La pasticceria è eccellente, famosa per la lavorazione del cioccolato puro. Altro cavallo di battaglia è la torta Kenia a base di cioccolato e caffé, ma è possibile gustare anche le tipiche cassate, cannoli, con attenzione a praline e tavolette di cioccolato.
Info: qui è nata la celebre torta Setteveli.
Marsala
Pasticceria De Gaetano – Piazza Mameli 8
Per calmare l'arsura estiva qui si può gustare un freschissimo latte di mandorla. La pasticceria De Gaetano ha una lunga storia, e lavora da anni in modo artigianale proponendo anche dolci oramai dimenticati (spagnolette, cubbaita e dolcini di riposto). La cassata ad esempio è fatta seguendo la ricetta tradizionale, ricoperta di pasta reale, un impasto a base di mandorle bollite, tritate e poi amalgamate con lo zucchero, pan di spagna e di ricotta di pecora.
Catania
Pasticceria Savia – Via Etnea 302
Non si può venire a Catania se non si passa da Savia a mangiare la brioches, è un rito , e se si ha voglia perchè dire di no ad un cannolo o cassata? Anche qui è d’obbligo un buon bicchiere di latte di mandorla anche se in tanti prendono la granita. Buonissime anche le pizzette (le migliori sono quelle con le melanzane).
Etoil D’Or – Via Dusmet 7
Un tempo, ritrovo notturno dei giovani per placare l’appetito dopo la discoteca, oggi è una delle migliori rosticcerie di Catania. Vicinissima al porto potrebbe essere l' ultima tappa salata prima di imbarcarsi. Arancini, arancini e ancora arancini, intervallate da qualche pizzetta. Ci si può sbizzarrire con i gusti! Piccole (rispetto alle bombe di Palermo), con il riso al dente e giallo di zafferano, ricche di condimento, sono una vera goduria.
Modica
Antica Dolceria Bonajuto – Corso Umberto I 159
Si può entrare nel famoso laboratorio per acquistare il fantastico cioccolato da loro prodotto, ma si finisce sempre per mangiare cannoli e 'mpanatigghi ovvero dolcetti ripieni di carne e cacao (non fate quella faccia...sono sicura che appena gli darete un morso la vostra espressione cambierà). Bisogna solo prepararsi a una lunga fila d’attesa per tanta prelibatezza. La tradizione qui è iniziata alla fine dell’800 con dolci arabi e spagnoli, oggi la bottega è luogo di pellegrinaggio per turisti di tutto il mondo.
Noto
Caffè Sicilia Noto – Corso Vittorio Emanuele III 125
Piccolo ed elegante, con il banco dei dolci freschissimi e i pochi gusti di gelato. Qui è consigliatissimo prendere la brioches con gelato al cioccolato ed un dissetante latte di mandorla per placare la sete e godersi la bontà di questo bar con estrema lentezza. Qui vengono create piccole porzioni di dolcezza. Da non perdere è la cassatella.
Trapani
Colicchia – Via delle Arti
Sempre affollato il vicolo che ospita la piccola bottega di Colicchia: grandi brioches (senza tu
ppo) e una buonissima granita. La mia preferita? Alla mandorla, ma da quel che avrete capito sono una vera addicted. Per i più scettici granita di gelsi o al caffè.
Pachino
Pasticceria Dugo – Via Aldo Moro, 89
Fuori dal centro città, in una strada che poco ha a che fare con il turismo, questa pasticceria è stata dolce e salata sosta durante la mia esplorazione della zona. Paste di mandorla, biscotti al burro, dolcetti a base di ricotta freschissima o crema al pistacchio, gelati e sfoglie salate. Tutto lavorato in giornata, senza conservanti in modo rigorosamente artigianale.
Menfi
Pasticceria Euro Caffè – Via Ognibene 114
Un ottimo punto di ristoro per colazione e pranzo a Menfi. Sono davvero buoni i cornetti e la pasticceria in generale con dolci a base di crema di ricotta e pistacchio. Buona anche l’offerta del salato, tra pizzette e piatti pronti, come le buonissime paste al forno. L’unica pecca è che qui non hanno il latte di mandorla.
Palermo
Pasticceria Spinnato – Via Principe di Belmonte 111
Il primo pensiero di molti, quando si sbarca a Palermo, è quello di fare colazione in un ottimo bar. Cornetto o brioches, e una buona scorta di stuzzichini per l’ora di pranzo (arancini al ragù e pizzette). Obbligatoria una tappa da Spinnato, in pieno centro per fare una bella scorta.
Pasticceria Massaro – Via Ernesto Basile 26
Se si è in auto e si ha la possibilità di spostarsi agevolmente si può raggiungere Massaro, fuori dal circuito turistico. Il locale è grande e all’interno ha anche una grande tavola calda con piatti pronti della tradizione palermitana (anelletti al forno) e una grande varietà tra dolci e rosticceria.
Pasticceria Cappello – Via Colonna Rotta 68
Se si cerca un posticino raffinato... Cappello è il posto giusto! La pasticceria è eccellente, famosa per la lavorazione del cioccolato puro. Altro cavallo di battaglia è la torta Kenia a base di cioccolato e caffé, ma è possibile gustare anche le tipiche cassate, cannoli, con attenzione a praline e tavolette di cioccolato.
Info: qui è nata la celebre torta Setteveli.
Marsala
Pasticceria De Gaetano – Piazza Mameli 8
Per calmare l'arsura estiva qui si può gustare un freschissimo latte di mandorla. La pasticceria De Gaetano ha una lunga storia, e lavora da anni in modo artigianale proponendo anche dolci oramai dimenticati (spagnolette, cubbaita e dolcini di riposto). La cassata ad esempio è fatta seguendo la ricetta tradizionale, ricoperta di pasta reale, un impasto a base di mandorle bollite, tritate e poi amalgamate con lo zucchero, pan di spagna e di ricotta di pecora.
Catania
Pasticceria Savia – Via Etnea 302
Non si può venire a Catania se non si passa da Savia a mangiare la brioches, è un rito , e se si ha voglia perchè dire di no ad un cannolo o cassata? Anche qui è d’obbligo un buon bicchiere di latte di mandorla anche se in tanti prendono la granita. Buonissime anche le pizzette (le migliori sono quelle con le melanzane).
Etoil D’Or – Via Dusmet 7
Un tempo, ritrovo notturno dei giovani per placare l’appetito dopo la discoteca, oggi è una delle migliori rosticcerie di Catania. Vicinissima al porto potrebbe essere l' ultima tappa salata prima di imbarcarsi. Arancini, arancini e ancora arancini, intervallate da qualche pizzetta. Ci si può sbizzarrire con i gusti! Piccole (rispetto alle bombe di Palermo), con il riso al dente e giallo di zafferano, ricche di condimento, sono una vera goduria.
Modica
Antica Dolceria Bonajuto – Corso Umberto I 159
Si può entrare nel famoso laboratorio per acquistare il fantastico cioccolato da loro prodotto, ma si finisce sempre per mangiare cannoli e 'mpanatigghi ovvero dolcetti ripieni di carne e cacao (non fate quella faccia...sono sicura che appena gli darete un morso la vostra espressione cambierà). Bisogna solo prepararsi a una lunga fila d’attesa per tanta prelibatezza. La tradizione qui è iniziata alla fine dell’800 con dolci arabi e spagnoli, oggi la bottega è luogo di pellegrinaggio per turisti di tutto il mondo.
Noto
Caffè Sicilia Noto – Corso Vittorio Emanuele III 125
Piccolo ed elegante, con il banco dei dolci freschissimi e i pochi gusti di gelato. Qui è consigliatissimo prendere la brioches con gelato al cioccolato ed un dissetante latte di mandorla per placare la sete e godersi la bontà di questo bar con estrema lentezza. Qui vengono create piccole porzioni di dolcezza. Da non perdere è la cassatella.
Trapani
Colicchia – Via delle Arti
Sempre affollato il vicolo che ospita la piccola bottega di Colicchia: grandi brioches (senza tu
ppo) e una buonissima granita. La mia preferita? Alla mandorla, ma da quel che avrete capito sono una vera addicted. Per i più scettici granita di gelsi o al caffè.
Pachino
Pasticceria Dugo – Via Aldo Moro, 89
Fuori dal centro città, in una strada che poco ha a che fare con il turismo, questa pasticceria è stata dolce e salata sosta durante la mia esplorazione della zona. Paste di mandorla, biscotti al burro, dolcetti a base di ricotta freschissima o crema al pistacchio, gelati e sfoglie salate. Tutto lavorato in giornata, senza conservanti in modo rigorosamente artigianale.
Menfi
Pasticceria Euro Caffè – Via Ognibene 114
Un ottimo punto di ristoro per colazione e pranzo a Menfi. Sono davvero buoni i cornetti e la pasticceria in generale con dolci a base di crema di ricotta e pistacchio. Buona anche l’offerta del salato, tra pizzette e piatti pronti, come le buonissime paste al forno. L’unica pecca è che qui non hanno il latte di mandorla.